In una sala conferenze gremita, si è svolto il 24 maggio il convegno CNCC  con il tema “dove va il real estate” una tavola rotonda con interessanti spunti sui modelli futuri di centri commerciali sono emersi dai diversi CEO delle principali realtà di sviluppo e commercializzazione: JLL Italy, CBRE Italy, Cushman & Wakefield, coordinati e introdotti da Massimo Moretti, presidente CNCC e moderati da Guglielmo Pelliccioli de Il Quotidiano Immobiliare. Alessandro Mazzanti, CEO di CBRE ITALY,  ha sottolineato come i nuovi modelli di consumo e lo sviluppo dell’e-commerce faranno venire meno i tradizionali spazi di magazzino per favorire e ampliare quelli di showroom. Spazi di vendita per fare una esperienza con il prodotto che potrà essere poi consegnato a casa in maniera che il cliente non debba muoversi con dei pesi e possa continuare la sua esperienza di acquisto. “Attualmente” – ha ricordato Mazzanti –  “il modello prevede un 40% di occupazione per l’ipermercato e un 30% per l’abbigliamento. Questo modello non funziona più e aumenteranno sempre di più gli spazi dedicati all’intrattenimento per favorire lo spostamento verso i centri commerciali. Aumenteranno gli spazi di servizi e di ristorazione volti alla socializzazione”.
Il moderatore Pelliccioli ha ricordato che i centri commerciali hanno sostituito la piazza tradizionale e la sfida affinché questi mantengano il proprio ruolo è che siano sempre più luoghi di socializzazione. Concorda in merito Pierre Marin, CEO di JLL ITALY, che va oltre affermando come sia necessario dare una identità vera e propria al centro commerciale. Joachim Sandberg di CUSHMANN & WAKEFIELD evidenzia come i centri commerciali siano sempre più luogo di incontro: “La vita è sempre più frenetica e non c’è il tempo di andare a fare un giro nelle piazze storiche. Nel centro commerciale si ha l’opportunità di fare più cose simultaneamente e in questo senso dovrebbe assumere un ruolo di punto istituzionale. Per questo portare servizi nei pressi o all’interno del centro commerciale risulta fondamentale”.
Mazzanti ritorna sull’argomento esplicitando come i centri commerciali debbano essere aperti e che debbano adeguarsi continuamente e pertanto in continua trasformazione. “Il mercato e la concorrenza impongono di migliorare sempre. La gente verrà solo se troverà un ambiente migliore rispetto agli altri” ha affermato.
Ma cosa cercheranno le persone, i consumatori fra 15 anni? E’  la domanda che Pelliccioli rivolge ai diversi interlocutori ricordando che l’industria dei centri commerciali deve confrontarsi con i 5 milioni di persone che ogni giorno entrano in queste strutture.
Alla domanda Marin ricorda come la maggior parte della capacità di spesa oggi sia in mano a chi ha bassa capacità digitale e questi soggetti sono da attrarre, un domani sarà il contrario. Sandberg descrive i ventenni di oggi, persone abituate al digitale. La sharing economy e la velocità di generare contatti permetteranno a queste persone di avere già sullo smartphone le offerte sulle cose che maggiormente a loro interesserà già entrando nel centro. In merito Mazzanti ricorda come i giovani si costruiscano le proprie scarpe attraverso le possibilità offerte da Nike, le tecnologie digitali permetteranno di interagire maggiormente. Ricorda le prospettive dei camerini virtuali e la necessità di portare servizi strategici all’interno del centro commerciale, tra questi dentista, sanità, ecc.
L’incontro si chiude con una sintesi finale, ricordando il ruolo importante che la politica stessa potrà avere in questo sviluppo. Oggi il mercato in Italia dei centri commerciali è maturo, ma anche la Coca Cola è matura ed ha più di 70 anni, eppure è ancora attrattiva e attuale. Il management in questo ricoprirà un ruolo anche esso fondamentale in un mercato comunque che, per i numeri presentati rimane solido. Le persone giocheranno un ruolo fondamentale e la professionalità degli stessi commessi potranno fare la differenza. In questo senso emerge come questi debbano evolversi con strumenti adeguati. AS