Georges Plassat, nuovo pdg di Carrefour, in occasione della presentazione dei risultati del primo semestre di quest’anno, ha presentato anche, se non proprio il proprio programma per il gruppo, almeno alcune piste di riflessione, quasi delle strategie, che la sua direzione vuol seguire. Il gruppo, infatti, ha fatturato nel 1° semestre di quest’anno 38,6 mld di euro, con una crescita dello 0,9%, grazie soprattutto all’America latina, che è aumentata nelle vendite del 5,3%. Il resto non è molto incoraggiante, perché il risultato operativo corrente è diminuito dell’8,2% a 769 mio di euro, le vendite in Francia sono calate del 2,1% con il risultato operativio corrente di -6,7% a 279 mio e hanno perso un 1,3 punti del mercato. Plassat come pensa di invertire questa situazione? Stando al discorso pronunciato nell’occasione, egli vuol puntare sia sull’eccellenza dei prodotti freschi sia sui prezzi permanentemente bassi. Per lui voler portare, come hanno tentato di fare i suoi predecessori, i prodotti a marchio al 40% del giro d’affari è stata una strategia vana, perché i prodotti di riferimento dei clienti dell’insegna sono le grandi marche. Seguendo questo criterio, vuole eliminare l’insegna Carrefour Discount, perché confonde l’immagine che si vuol dare della catena: si dissocino i due termini. Infatti a Vannes è nato il primo pdv test, dove l’insegna è solo Market e non più Carrefour. E neppure si pensi di abbandonare il non alimentare: sarebbe rinunciare alla funzione generalista dell’ipermercato e spingere i clienti verso le grandi superficie non-food specializzate. Il tessile deve essere ricondotto alla semplicità e al servizio (per esempio curare le cabine di prova e la rotazione). Vorrebbe comunque fare dei pdv dei veri e propri showroom e ridurre il più possibile lo stoccaggio, che è prendere atto che il consumatore è sempre più “internetizzato”. Inoltre bisogna ritornare alla caratteristica tipica e originale della centralizzazione, cioè a una maggiore autonomia del singolo punto di vendita, ma non solo dell’iper (ormai classica), ma anche, il più possibile, del super: ridare responsabilità al direttore del punto di vendita in modo che possa intervenire sull’assortimento, scegliere maggiori prodotti locali e ricorrere alla pubblicità locale e alla sponsorizzazione di iniziative sempre locali, mezzi per rianimare il pdv. Evitare poi che le promozioni dei prodotti di marca tocchino solo alcune tipologie (l’iper e non il super, il super e non il discount). Ha affermato Plassat: “ Forse la scelta di soli alcuni format è intellettualmente comprensibile, ma nella pratica si rivela indefendibile perché genera confusione di prezzi fra i diversi format della stessa catena/insegna”. Infine, nella gestione, si deve diminuire, grazie alle nuove tecnologie, gli sprechi e gestire meglio la tesoreria. Attendiamo che Georges Plassat esponga presto un piano più dettagliato e organico.