Secondo Alliance du commerce, che riunisce tutte le federazioni del commercio francese, nel luglio scorso ha tenuto una giornata in cui si sono prospettati alcuni rimedi alla crisi commerciale e di potere d’acquisto, che anche in Francia morde a fondo. La sintesi fatta da Lsa sottolinea alcuni fattori di non poco conto. Per esempio, quello per cui le catene non devono disinvestire, anzi investire di più, soprattutto per passare dalla multiformità alla multicanalità e per impossessarsi delle teconolgie moderne, soprattutto quelle che le pongono in contatto più forte con i consumatori. Naturalmente bisogna perseguire il miglioramento della logistica (eterno problema), in modo che la performance del pdv venga massimalizzato (qui di grande ingteresse si erge la consegna nei centri urbani). Comunque è importante credere ancora e sempre nei punti di vendita fisici, nonostante la crisi dei finanziamenti, il sempre maggior uso di internet e la necessaria limitazione delle superfici di vendita: aumentano le zone che richiedono, sul territorio, la presenza del servizio di un punto di vendita di vicinato, da frequentare di persona. Ritornare, poi, a dare importanza al personale: sia di base (in formazione e stipendio) sia di quadri (soprattutto ricorrendo a giovani), perché l’uomo, grande solutore di problemi, deve ritornare al centro del progetto dell’impresa. Infine puntare sui servizi, nonostante che la situazione economica attuale sembri suggerire il contrario, perché i consumatori, in momenti di crisi, sono più attenti, appunto, ai servizi; i clienti vogliono che si ritorni al dettagliante di una volta, nel senso di recuperare, nell’atto di acquisto, il calore umano di una volta.