Il 2102, anno internazionale della cooperazione proclamato dall’Onu, è anche, nella situazione italiana, il 50° anniversario della nascita di Conad (13 maggio 1962) e di Sigma (7 luglio 1962. Cioè anche della cooperazione fra dettaglianti, almeno in Italia, pur se la terza centrale cooperativa Crai è nata 8 anni dopo. In realtà quest’anno la cooperazione nella distribuzione alimentare dei beni di largo consumo non sembra che presenti anche in Europa come forte di fronte alla grande e interminabile crisi attuale. Pochi accenni. In Italia in testa alla classifica troviamo Coop seguita da Conad, in Germania ai primi posti si piazzano Edeka e Rewe, in Francia E.Leclerc (il leader), Intermarché e Système U e in Svizzera Migros e Coop Svizzera. Se questi organizzazioni cooperative patiscono la crisi meno degli altri è soprattutto grazie alla loro natura imprenditoriale, che li fa presenti sul mercato locale e molto elastici nell’adattarsi alla domanda dei consumatori. Non è solo una questione di filosofia economica – ne ha parlato il 4 maggio scorso a Bologna Massimo Cacciari in una lezione magistrale in occasione dell’apertura dei festeggiamenti del 50° di Conad – quanto un sistema di operare di grande importanza soprattutto in momenti come quello che stiamo attraversando. Infatti Luciano Sita, vicepresidente di Nomisma, ex presidente di Granarolo ed ex direttore generale di Conad, ha messo in risalto come la caratteristica della cooperazione che mette il “noi” al posto dell’”io”, sia un grande valore ancora attuale anzi di grande modernità, se è vero che è riuscito a portare organizzazioni distributive di punti di vendita tradizionali a poter aprire e gestire (incredibilmente fino a pochi decenni fa) ipermercati e a mettere in piedi strutture che per natura continueranno a sopravvivere e operare anche domani, per e con altre generazioni di operatori. Come se non bastasse, la cooperazione è riuscita a creare imprenditori e a lavorare con altre organizzazioni, almeno come dimostra la storia di Conad, che operano al di là dei nostri confini (tramite l’esperienza Coopernic, per esempio: Camillo De Berardinis, presidente di Ancd). Oggi il rapporto cooperazione e imprenditoriaità ha alla base 4 parole chiave, motori del suo operare sul mercato: concertazione, mutualità, noi e crescita sostenibile (Francesco Pugliese, direttore generale Conad). Tutte caratteristiche di azione, di presenza attiva nel mercato. Certo, secondo l’intervento di Massimo Cacciari, pur limitato alla filosofia e dunque ai principi, il concetto di cooperazione orienta al fare, alla prassi, dal momento che cloincide con il lavoro, che trasforma e ci trasforma. L’uomo, fin dalle origini della sua storia è un soggetto ordina la realtà, trae dalla natura, con fatica, qualcosa che prima non c’era (creare). E’ il lavoro, che, partendo dal linguaggio che dà nome alle cose, prende possesso di esse, entra in comunicazione con esse e con le persone, è cooperazione, è condivisione dei diversi lavori in un colloquio fattivo con gli altri. “E’ nella pratica cooperante che soddisfo la mia autoconoscenza”. Conseguenza: nel prossimo futuro la forma piramidale-dipendente del lavoro comincerà a perdere sempre più terreno, in favore del lavoro comunicativo, solidale, responsabile, cooperativo. Infatti è nel lavoro di forma cooperativa che l’occidente può trovare la sua uscita/superamento dalla crisi attuale (crisi che è un cambiamento totale di fronte alle forme di lavoro fin qui praticate), verso una nuova creatività, che ha la cooperazione come perno. Cooperare quindi è mutualità che trasforma e riforma.