E’ quanto mai ardito fare una previsione dell’andamento dei consumi nel prossimo biennio, non fosse altro che la pari opportunità che si realizzi in Italia una tendenza economica negativa oppure positiva. Comunque Coop l’ha tentata, ben conscia del rischio, dal momento che sulla spesa delle famiglie continueranno a pesare le manovre di correzione dei conti pubblici, soprattutto l’aumento della pressione fiscale, la contrazione dell’occupazione (e quindi la diminuzione dei redditi), il rinvio della ripresa economica e produttiva e il mantenimento dell’inflazione (attorno al 2%). Conseguenza: il diminuito reddito disponibile delle famiglie, sommato alla fiducia caduta ai limiti storici (e quindi massima incertezza e grandi timori sul futuro), influirà pesantemente sulla spesa. Una cifra solo: nel biennio preso in considerazione Coop prevede una contrazione media annua di 1,3 punti percentuali, che è comunque meno intensa di quella registrata nel periodo fine 2001-inizio 2012. “Solo nel 2014 ci si può attendere un timido miglioramento o perlomeno una stabilizzazione dei livelli di consumo”, afferma Coop. Nel frattempo, però, i bisogni degli italiani saranno cambiati e con essi la struttura dei loro consumi. “Il 2012 – afferma ancora Coop – fa segnare la più ampia contrazione dal dopoguerra (-4%) dei consumi delle famiglie e il 2013 si stima faccia segnare un ulteriore – 1,3%. Dopo sei anni di crisi, i consumi degli italiani torneranno in media indietro di ben 17 anni: ai livelli del 1996. Rimarranno in grande difficoltà gli alimentari (la spesa deflazionata procapite più bassa dagli anni ’60), l’auto (valori tornati al 1974), l’abbigliamento (1984). In arretramento anche i viaggi (1994) e la ristorazione (1999). A causa del forte aumento dei prezzi non cambia invece significativamente la spesa per carburanti, utenze, mutui e affitti”. Più dettagliatamente, la spesa dei consumi alimentari da oggi alla fine del prossimo anno non si discosterà molto dall’attuale 14% del reddito disponibile a causa degli andamenti demografici (pratica stabilizzazione del numero degli italiani e invecchiamento della popolazione) e sociali (femminilizzazione del mercato del lavoro, crescente pendolarismo, aumento dei pasti consumati fuori casa e quindi della ristorazione pubblica ecc.). Il calo sarà dell’1,4% quest’anno per assestarsi sul +0,2% nel 2014. In diminuzione in entrambi gli anni saranno le bevande (soprattutto quelle alcoliche), il pesce, gli oli e grassi e il caffè-tè-cacao. In generale si nota sia la tendenza a una dieta più sana sia la scelta, a parità di apporto proteico, di prodotti più a buon mercato. L’abbigliamento continuerà il suo trend negativo: per il vestiario e calzature (-6,3% nel 2012), avremo un -2,6% nel 2013 e un -1,1% nel 2014; nell’abbigliamento vero e proprio (-5,6% nel 2012) vi dovremmo trovare un -2,2% nel 2013 e -0,7% nell’anno seguente; nelle calzature (-9,0% nel 2012), infine, -4,8% quest’anno e -2,6% nel 2014. Al contrario, incomprimibili saranno (lo sono per natura) gli affitti, che nel 2013 presenteranno un +0,3% quest’anno e +0,2% nel seguente, come pure i costi dell’acqua (+1,1% e +1,8% rispettivamente) e dell’energia elettrica-gas (+2,1% e +2,2%), mentre la spesa per la manutenzione della casa diminuirà (-1,7% e -0,9%. Continuerà quest’anno l’andamento negativo della vendita di mobili e decorazioni casa (-4,2%, contro -8,8% nel 2012) con inversione di tendenza, però, nel 2014 (+0,1%), di quella dei grossi elettrodomestici (-4,1% nel 2012, -5,2% nel 2013, ma +0,6% nell’anno seguente) e dei piccoli elettrodomestici (-4,2% nel 2012, -4,6% nel 2013), che però saranno negativi anche per il 2014 (-1,0%). I miglioramenti notati per il 2014 sono da riferirsi soprattutto alla sostituzione dei beni obsoleti. Si prevede la crescita dell’acquisto dei medicinali e articoli sanitari (-1,6% nel 2012, +2,5% quest’anno e -1,1% nel seguente), dovuta soprattutto alle tendenze demografiche (gli anziani, sempre più in aumento, preferiscono investire più nella salute e meno negli altri settori) e al mutamento delle abitudini. Si prevede la continuazione del calo dell’acquisto dei mezzi di trasporto (-13,4% nel 2013, contro il -27,4% nell’anno precedete), che si riprenderà (?) solo nel 2014 con un +0,4%. In controtendenza l’acquisto dei telefoni e loro equipaggiamenti, che però presenteranno incrementi più contenuti: contro +14,7% nel triennio 2006-2008 e +11,6% in quello 2009-2011, avremo un +3,7% nel seguente 2012-2014; quest’ultimo è così articolato: +1,0% nel 2012, +4,2% nell’anno seguente e +6,0% nel 2014. Infine le spese previste per il tempo libero e la cultura, che caleranno anche quest’anno (-0,5%), per riprendersi solo nel 2014 con un +0,8%. Al suo interno conserveranno, però, l’andamento negativo anche nel 2014 i libri, i giornali, le vacanze tutto compreso, l’istruzione e i beni e servizi vari (soprattutto i barbieri e parrucchieri e le assicurazioni). Afferma Coop: “La declinazione dell’andamento complessivo della spesa per i consumi per le varie voci di spesa è naturalemnte differenziata, risentendo della diversa sensibilità al ciclo di alcuni capitoli di spesa, così come le tendenze specifiche che caratterizzano alcune tipologie di consumo per effetto di mutamenti sociali, nei gusti e nelle abitudini”.