C’è un’esperienza all’avanguardia in Francia di raccolta e riciclaggio dei rifiuti di un punto di vendita, che assume una nuova dimensione sia ecologica sia economica. E’ quella di Système U Ouest e presentata da Lsa nel n. 2248 del 25 ottobre scorso. Si tratta della realizzazione di una struttura di raccolta rifiuti interna (U Eco Raison) di 3.400 mq, congiunta alla piattaforma logistica di Nantes, specializzata nella consegna ai 400 pdv della sua rete dei prodotti di pulizia casa e persona e delle bevande. Questa struttura permette di trattare ogni anno 5.000 tonnellate di rifiuti non alimentari del 90% della rete di Système U Ouest. I rifiuti sono trattati e rivalorizzati secondo filiere e le entrate sono riversate ai singoli pdv in proporzione della quantità e del materiale conferito. Con questo sistema, però, il gruppo non si propone di guadagnare denaro, ma di certo riesce a non perderne. Le categorie (e le filiere) di prodotti sono numerose. Il cartone raggiunge annualmente le 45.000 tonnellate (che vengono poi conferite in una cartiera). La plastica arriva a 4.000 tonnellate; si tratta generalmente di quella morbida utilizzata per i pallet (anche se non è assente quella dura), che viene differenziata, compressa, ridotta in granuli, pronta per essere immessa nuovamente nella filiera della plastica. Il polistirolo arriva a 400 tonnellate e proviene soprattutto da casse per il pesce: queste ultime, tolte le etichette e gli elastici, vengono anch’esse pressate e rimodellate in balle, quindi compattate per costituire “pani” di 50 kg, che vengono inviati al centro di riciclaggio. Qui è tollerato solo il 3-5% d’impurità. Il polistirolo raccolto serve a realizzare paraurti per i veicoli e vasi da fiori. La stessa operazione avviene con gli attaccapanni (200 tonnellate all’anno), che, separati dai supporti in metalli, vengono compattati e inviati al centro di riciclaggio in balle di 350 kg ciascuna. L’alluminio poi (50 tonnellate annualmente trattate), usato soprattutto per supporti per le torte, i dolci, le cozze ecc., viene ridotto in balle di 450kg e inviate a un fonderia. Le pile, che raggiungono le 20 tonnellate annuali, vengono riunite e rivendute a una società specializzata. Centralizzare queste operazioni permette di ridurre i costi della raccolta grazie sia all’economia di scala sia alla razionalizzazione della raccolta, che sfrutta la logistica di ritorno (impiegando cioè i camion che ritornerebbero vuoti dopo la consegna delle merci ai pdv). Con questo metodo il costo per un pdv di mettere i rifiuti in un cassone è così passato in 5 anni dai 120 euro del sistema precedente agli attuali 80. Ogni punto di vendita deve versare a U Eco Raison, per coprire i costi logistici, da 3 a 5 euro a balla. Comunque nei primi 8 mesi di quest’anno sono già stati ridistribuiti alla rete di vendita 900.000 euro. I singoli pdv partecipano attivamente all’operazione differenziando gli imballi subito dopo aver messo di volta in volta i prodotti sullo scaffale (prima venivano messi indistintamente nel cassone e non venivano separati i materiali che eventualmente costituivano un unico imballo) e facendo raggiungere per ogni tipo di materiale stoccato una quantità predeterminata di volume. Alcuni pdv sono già stati dotati di pressa per il cartone. Ben presto saranno messe a disposizione anche le presse per la plastica e per il multiprodotto, tutte ammortizzabili con le entrate dell’operazione. Non tutto, però, funzione ancora alla perfezione. La raccolta del cartone, per esempio, richiede una messa a punto, affinché si possa arrivare a 22 tonnellate per camion in logistica di ritorno. Inoltre si sta preparando la modalità di raccolta degli alimentari “fermentabili”. In U Eco Raison arrivano ogni giorno due semirimorchi di balle di rifiuti, che vi vengono stoccati e selezionati. Ogni settimana ne ripartono due a destinazioni diverse secondo la filiera, completamente pieni, naturalmente di rifiuti ben differenziati e compattati. Il personale consta dalle 7 alle 10 persone secondo l’attività e deve disfare le balle e filtrare manualmente le impurità, in modo che le balle finali, per essere pronte al riciclaggio, siano rese omogenee. Molti di questi dipendenti appartengono a organismi pubblici di reinserimento professionale e quindi dai costi altamente ridotti.