Forti preoccupazioni per il destino di Fnac Italia sono state espresse dai sindacati Filcams – Cgil e da Fisascat – Cisl. In 11 anni di presenza in Italia Fnac ha accumulato debiti per 137 milioni di euro e anche per il 2012 é prevista una perdita di 13,6 milioni di euro. Con i suoi 8 punti di vendita l’esercizio 2011 ha registrato un giro d’affari di 157 milioni di euro, con un decremento del 7,1% rispetto all’esercizio precedente. Ciò che stupisce é che il decremento é comune in tutti i comparti merceologici in cui l’azienda opera: – 8,4& nei libri; – 12,1% nell’audio-video e – 20,2% nei servizi. E tutto ciò mentre i competitor italiani (La Feltrinelli e Mondadori) che ne hanno copiato il format riescono a produrre utili. Anche in Francia Fnac sta incontrando forti difficoltà di mercato e dall’ Italia ha minacciato di ritirarsi cessando l’attività al 31 dicembre prossimo. Dopo aver effettuato uno sciopero del personale il 6 novembre scorso i sindacati dei lavoratori hanno chiesto di incontrare i rappresentanti dell’azienda presso il Ministero dello sviluppo economico, ma finora senza alcun esito. Evidentemente il gruppo Ppr di Francois Henri Pinault vuole concentrare la propria attività sui marchi del lusso (Gucci, Bottega Veneta, Girard-Perregaux, Boucheron) pensando che la cultura non sia sufficientemente remunerativa.