Carrefour ha venduto la sua rete colombiana al retailer cileno Cencosud. La cosa può apparire routiniera. Invece stupisce molto il fatto che il fatturato colombiano della rete del colosso francese, costruita con pazienza e successo dal 2001 ad oggi, comprende ben 71 iper, 16 super di prossimità e 4 cash, che hanno fatturato complessivamente nel 2011 oltre 1,5 mld di euro, che non è poco. Fra l’altro il prezzo della vendita è stato di 2 mld. E allora? Dal momento che Carrefour in Colombia ha raggiunto il 19% del mercato locale, conquistando la seconda posizione, e che lo stato sudamericano è comunque “interessante” per il commercio al dettaglio (il pil cresce nella media annuale del 6% e presenta un’inflazione moderata del 3-4%) e che sono numerosi i gruppi che hanno intenzione di entrarvi (primo fra tutti il portoghese Jerònimo Martins, seguito da Exito, filiale di Casino), ci si chiede il motivo di questa strana decisione. Gli analisti concordano su una sola spiegazione: procurarsi un bel pacchetto di denaro da investire in Francia, dove l’insegna ha necessità di riprendere vita. Si tratta, in fondo, del classico atteggiamento delle catene internazionali per cui, quando entrano in crisi (Carrefour in Francia nel 1° semestre ha presentato un -0,5% nel giro d’affari), ricominciano da dove sono partiti, cioè dal mercato domestico, per poi, eventualmente, ricominciare l’avventura mondiale da posizione forte. Non bisogna dimenticare che la ristrutturazione degli iper in Francia, ancora in crisi di fatturato e di format, verrà a costare non poco. Ma sembra che questo ritiro dall’estero per rifugiarsi in patria sia perseguito con decisione e tempi brevi, soprattutto dopo che la catena è stata presa in mano da Georger Plassat, che di esperienza ne ha tanta (fu anche pdg di Casino). Infatti Carrefour a fine agosto ha annunciato che si ritirerà da Singapore entro il prossimo dicembre, dove pure è presente da 15 anni. Nel giugno di quest’annoPlassat ha espresso anche l’intenzione di vendere al suo partner greco Marinopoulos la sua parte (circa 220 mio di euro) della partenrship, facendo diventare quest’ultimo franchisee di Carrefour sia in Grecia, ma anche a Cipro, in Bulgaria, in Albania e nei paesi balcani. Ma di recente c’è stata un eccezione a questo ritirarsi in patria. Nel giugno di quest’anno Carrefour , presente in Argentina dal 1982, ha annunciato di aver acquistato il suo concorrente argentino Eld, che opera con 129 pdv soft-discount. La catena francese li vuole riconvertire in Carrefour Express o in Carrefour Market, per portare la sua rete a 403 pdv in totale. Anche qui se ne capisce la logica: si vuole sviluppare un’azione di “recentrage”.