Il 2012, come Anno internazionale delle cooperative voluto dall’Onu, e il 50° della nascita di Conad e Sigma, continuano a produrre tavole rotonde e riflessioni anche sull’importanza e la natura della cooperazione fra dettaglianti e nel cercare una spiegazione per cui quest’ultima continua a progredire nel mercato, sia in Italia sia all’estero, nonostante la lunga crisi che attanaglia da troppo tempo l’Occidente. E’ quello che è avvenuto anche ad Ascoli Piceno il 10 giugno scorso, città dove Conad Adriatico ha voluto celebrare con un convegno-riflessione il suo 40° compleanno (nascita: marzo 1972, come gruppo Ariete). La cooperativa, con sede a Monsampolo del Tronto (Ap) e operante nelle Marche, in Abruzzo, in Molise, in Puglia, in Basilicata e in Albania con 287 soci e 376 pdv (di cui 29 in quest’ultima nazione), ha fatturato nel 2011 530,8 mio di euro (+ 2,9%) e vendite della rete per 890,711 mio di euro (+2,7%). Grande soddisfazione per i risultati, indubbiamente, soprattutto se pensiamo come il territorio in cui opera è “meno fortunato” del resto dell’Italia, e quindi risente maggiormente della crisi: -4% di reddito disponibile per famiglia nei confronti della media nazionale.Per non pensare all’Albania, dove la crisi è ancora più grave. Il convegno si è chiesto la ragione di questi risultati, trovandola nella caratteristica tipica dell’imprenditoria cooperativa, che ha nella proprietà diffusa nel territorio, e quindi nella vicinanza al consumatore, il suo punto di forza. “Ma la situazione difficile – ha sottolineato il direttore generale Antonio Di Ferdinando – può diventare per noi una grande opportunità di sviluppo, di aumento della redditività e di maggior servizio verso il consumatore“. “Certo – ha affermato il presidente della Lega delle cooperative Giuliano Poletti – la crisi ha toccato anche il nostro mondo cooperativo, ma noi abbiamo risposto in modo diverso, nel nostro modo, integrandoci maggiormente nel territorio, stringendoci fra noi soci e aumentando la capacità di stare insieme, di lavorare insieme”. Si tratta, indubbiamente, della caratteristica cooperativa, in cui degli imprenditori trovano il grande valore sociale ed economico di lavorare insieme e scambiarsi l’un l’altro le proprie esperienze, in un contesto di gruppo e di protagonismo sociale. Per questo il modello cooperativo applicato alla distribuzione può apportare grandi benefici anche all’Italia, ed essere replicato in altri campi produttivi e imprenditoriali, soprattutto là dove c’è grande sperequazione fra i profitti/redditi dei dirigenti e i salari dei lavoratori, proprio in un momento che una diversa redistribuzione dei redditi diventa indispendabile per lo sviluppo. Infatti anche per legge la cooperazione ridistribuisce nel modo più equo possibile la ricchezza realizzata. Senza dimenticare il fatto che in ogni cooperativa le risorse create vanno in aiuto agli associati in difficoltà a causa della crisi (nella fattispecie, ai punti di vendita). Sotto l’aspetto sociale, poi, in un momento di crisi come quello attuale, l’associazionismo cooperativo distributivo sta adempiendo a un grande compito: quello di tener aperti punti di vendita alimentari là dove la presenza di questa funzione è preziosa, indispensabile.