Conad del Tirreno il 29 marzo scorso ha radunato a Firenze i suoi fornitori toscani anzitutto per presentare loro se stesso e i suoi progetti di valorizzazione del territorio e poi perché essi potessero dialogare con i soci dettaglianti toscani. Il titolo della convention era “Le radici toscane di Conad”. Infatti il nucleo del gruppo attorno a cui coagulò gli altri gruppi della regione era nato, appunto, a Pistoia nel 1965 con il nome di Cooperativa Acquisti Mercurio. E’ vero che dal non troppo lontano 1997, anno in cui il gruppo cambiò la ragione sociale in Conad del Tirreno, il gruppo, dopo aver incluso la Sardegna, la provincia di La Spezia e l’alto Lazio, si può considerate interregionale, ma l’anima e il radicamento restano pur sempre nella sua regione culla. Infatti 123 su 215 soci e 171 i pdv su 333 sono toscani (+ spezzini), come lo sono 500 su 800 dei suoi fornitori non nazionali e 3.000 i prodotti food e freschi su 5.600 di origine regionale. Questi ultimi realizzano nel territorio un fatturato di 203 mio di euro, corrispondente al 23% del fatturato ivi realizzato. La quota di mercato di Conad del Tirreno, che nel 2010 ha fatturato 1.236 mio di euro, un utile netto di 16,04 mio e un patrimonio netto di 253,51 mio (+8,6% sull’anno precedente), nel territorio considerato è del 13,4%, di non poco conto se si considera il radicamento di due forti catene concorrenti: Unicoop Firenze ed Esselunga (infatti migliori sono le presenze è in Lazio e Sardegna con rispettivi 21,7% e 14,7%). Il gruppo è impegnato a svilupparsi ulteriormente sul territorio. Infatti il programma quadriennale 2011-2014 prevede un investimento di 300 mio di euro, che dovrebbero portare le vendite dei pdv, grazie soprattutto alle nuove aperture, dai 2.000 mio del 2011 ai 3.000 nel 2014, distributori di carburanti e parafarmacie comprese. “Reinvestiamo ricchezza nel territorio – ha affermato l’amministratore delegato Ugo Baldi – con importanti ricadute sulle piccole e medie imprese e sulle comunità locali dove operiamo. Il localismo è per noi fondamentale, perché è dentro di noi”. Solo due cifre: nel 2011 l’incidenza delle promozioni nei supermercati è stata del 27% (+11% sul 2009) e nel 2010, tramite il catalogo fidelity, sono stati distribuiti 4,42 mio di oggetti realizzati dall’Industria vetraria valdarnese e da Richard Ginori per un importo complessivo di 15,1 mio di euro . Che Conad del Tirreno sia quanto mai interessato al territorio in cui opera e al suo sviluppo in esso gli viene non tanto e non solo dai confini ben precisi tracciati alla sua attività a livello nazionale (e quindi responsabile in prima persona allo sviluppo dentro di essi), ma soprattutto perché appartiene alla natura dell’associazionismo distributivo essere radicato sul territorio. Sì, anche la Gd ha cercato e cerca di esserlo ricorrendo al franchising o ai master franchising, ma non è parte integrante del suo kow-how di sistema come per l’associazionismo. Non solo in Italia naturalmente (si veda il successo anche dei “dettaglianti indipendenti” in Francia), ma esso, in questo periodo di crisi dell’economia e del consumo, sa reagire con prontezza alla domanda del suo mercato (che nell’alimentare è, in fondo, sempre locale) e adattarsi ai suoi cambiamenti. Non meraviglia, dunque, l’attenzione al territorio che Conad del Tirreno manifesta. I prodotti che da esso provengono non sono solo una grande operazione di marketing per distinguersi dalle altre catene (lo è in gran parte per la grande distribuzione centralizzata), ma fa parte della sua imprenditorialità caratteristica, della sua identificazione naturale. Conad del Tirreno poi ha creato la linea dei prodotti locali dop e igp specificandola con il marchio “Originis”, ma ha creato addiritura un format (Sapori&Dintorni Conad) adatto anche ai centri storici e turistici, come Firenze, alla cui vitalizzazione partecipa.(I.M.)